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So le ossa come numeri
primi, dritte senza il riparo
di radici, le so nell’acqua,
le so pali a indicare le
distanze, ABC, cannucce
di linfa, esperanto,
le so fosforescenti oltre la pelle,
le so che non muoiono, che non si rompono
davvero, ma sillabe, le so che me le
sento da sempre, da subito, sputarmi
le parole dentro i nervi. || Read more
Sono diventata altra
bevendomi l’oceano in un sorso,
per 8 ore di volo,
cambiandomi gli occhiali e l’orologio.
Ho scritto di me in altra lingua
e sognato doppiata
pesato in modo diverso, altre molecole
e la distanza non è mai la stessa
anche se conti. || Read more
Morgue
Morto di fuoco
la sua pelle tira
è un rosa che si spegne
è carta morta,
solo il cartello non arde
con lo spago:
si specchia enorme nella mia pupilla. || Read more
Voglio far parte d’altro non di me,
dimenticare gli angoli, le forme
staccarmi le mani
un colpo secco.
Un percorso nuovo, sa di foglie marce
mi vuole divorare, digerire:
sondo col piede e affondo,
abbandono anche i denti, cascano intorno come semi
e i capelli pesanti e lanosi.
Non sono segni per trovarmi:
se li mangia la terra.
Persa nel verde, diventata un tronco. || Read more
